Sinus Pilonidale

Trattamento chirurgico per Sinus Pilonidale

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Cos’è il Sinus Pilonidale

La cisti pilonidale è una cavità, localizzata in sede presacrale e/o precoccigea, contenente spesso annessi cutanei (peli), che va incontro ad episodi di infezione ricorrenti con ascessualizzazione e formazione di fistola (apertura all’esterno). Si ipotizza che all’origine della patologia del Sinus Pilonidale vi sia una alterazione della crescita del bulbo pilifero. Il traumatismo continuo a cui è sottoposta la regione sacrale può determinare la comparsa di infezione e conseguente ascessualizzazione della cisti.

Dall’ascesso alla formazione della fistola il passo è breve, in quanto il pus contenuto nella cavità ascessuale si fa strada attraverso i tessuti per trovare una via d’uscita sulla cute. Il quadro clinico tipico è caratterizzato dalla comparsa nel giro di poche ore o giorni di un’area tumefatta, arrossata, dura e molto dolente nella regione sacrale, con o senza fuoriuscita di pus e/o sangue da uno o più orifizi cutanei localizzati nel solco intergluteo (fistola pilonidale) o più o meno distanti da questo. Il trattamento di scelta per la cisti pilonidale risulta essere l’intervento chirurgico.

Trattamento chirurgico per Sinus Pilonidale

Come si esegue

L’intervento chirurgico per Sinus Pilonidale può può essere realizzato mediante:

Incisione e drenaggio dell’ascesso pilonidale indicato in caso di ascesso acuto e consistente nell’incisione della cute, drenaggio (svuotamento) del pus e curettage (raschiamento) della cavità ascessuale. La ferita è lasciata aperta, medicata, e fatta guarire per seconda intenzione (lentamente, con produzione di nuovo tessuto), In tali casi può essere necessario un secondo intervento per togliere definitivamente l’infezione; -Fistulotomia con o senza marsupializzazione dei margini, consistente nella sezione della fistola pilonidale;

Escissione della cisti pilonidale consistente nell’asportazione in blocco della lesione, comprendente i tramiti fistolosi, fino a raggiungere il piano fasciale presacrale. In base alle dimensioni della lesione e alla presenza d’infezione, la ferita chirurgica può essere riparata in prima istanza con punti di sutura o con una plastica cutanea a lembo (TECNICA CHIUSA), oppure può essere lasciata aperta, medicata, e fatta guarire per seconda intenzione (lentamente, con produzione di nuovo tessuto) (TECNICA APERTA):

Trattamento mini invasivo sec Bascom oppure sec Gips, consiste nella asportazione mediante carotaggio delle singole lesioni sec tecniche mini invasive mediante piccoli strumenti taglienti dedicati: tali tecniche permettono la conservazione di ampie zone di tessuto col fine di promuovere una più rapida guarigione. EPSiT: trattamento della fistola mediante fistuloscopio (strumento a fibre ottiche che viene introdotto nella fistola e che permette di pulirla e bruciarne la parete mediante bisturi monocolore o laser.

Nel caso in cui si constatassero delle difficoltà ad eseguire l’intervento chirurgico proposto verranno poste in atto tutte le pratiche ritenute idonee per portare a termine l’intervento nella migliore sicurezza anche modificando, ove necessario, il programma terapeutico prospettato.

Rischi e possibili complicanze

Come per tutta la chirurgia, anche questi interventi non sono esenti da rischi: non è possibile quindi garantire l’assenza di complicanze, soprattutto in caso di presenza di malattie sistemiche (soprattutto metaboliche) o specifiche di organo che possono compromettere le capacità di riparazione e cicatrizzazione dei tessuti).

In linea generale si possono verificare:

Complicanze post-operatorie a breve termine

Sanguinamento postoperatorio precoce (entro le 12/24 ore dall’intervento) che in alcuni casi potrebbe richiedere una revisione chirurgica;
Formazione di ematomi con possibile sovrainfezione e ascessualizzazione, che potrebbero richiedere il drenaggio e/o la revisione chirurgica;
Ritenzione urinaria, che potrebbe richiedere l’applicazione di un catetere vescicale (Possibile nel 10% dei casi);
Dolore postoperatorio, in genere controllabile con terapia antalgica; -Suppurazione delle ferite chirurgiche.

Complicanze intermedie o tardive

Sanguinamento postoperatorio tardivo (fino a 15 giorni dall’intervento), che potrebbe richiedere una revisione chirurgica (Rischio statistico del 0.2%);
Dolore prolungato o cronico;
Ritardo o mancata guarigione della/e ferita/e;
Recidiva o mancata guarigione del sinus.

Complicanze rare

Sepsi (infezione) locale, che potrebbe richiedere una revisione chirurgica e terapie appropriate contestuali.

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Risultati attesi

L’obiettivo della Chirurgia del Sinus Pilionidale risulta la asportazione del Sinus mediante una procedura che permetta un rapido recupero ed una riduzione delle recidive. Una riduzione delle recidive si ottiene anche con una epilazione permanente postoperatoria in quanto che la recidiva è spesso una nuova malattia e non sempre un residuo di quella operata.

Indicazioni post procedura chirurgica

I tempi di ripresa dall’intervento per Sinus Pilonidale, così come la convalescenza, dipendono dalla procedura eseguita e dal singolo paziente. Si raccomanda di astenersi da l’attività sportiva, dal sollevamento di pesi importanti e dall’attività sessuale fino a completa guarigione delle ferite.

Alternative possibili:

La letteratura propone altre tecniche chirurgiche finalizzate al trattamento del Sinus Pilonidale.
Ogni possibile alternativa alle sopra elencate procedure rientra nel bagaglio culturale del Chirurgo Proctologo ma, non Le sono state proposte data la scarsa efficacia per il Suo caso specifico. Eventuali alternative terapeutiche che dovessero essere considerate “migliori” in particolari e rari casi selezionati, vengono discusse singolarmente con ciascuno dei pazienti.