Emorroidi

La malattia emorroidaria

Cosa sono le Emorroidi

Le emorroidi costituiscono delle strutture vascolari normalmente presenti nel canale anale la cui funzione è quella di assicurare insieme agli sfinteri anali la chiusura dell’ano e quindi la continenza fecale. Sono disposte circonferenzialmente in “gavoccioli” (gruppo di vasi sanguigni) e rispetto alla loro posizione anatomica si distinguono Emorroidi interne ed Emorroidi esterne)

emorroidi

La malattia emorroidaria

Tali strutture, quando diventano patologiche, determinano la comparsa di quella che viene definita “malattia emorroidaria”, la quale può manifestarsi con quadri clinici variabili dal sanguinamento, alla trombosi, al prolasso mucoemorroidario, ovvero alla fuoriuscita del tessuto emorroidario dall’ano.

Talvolta ad ammalarsi sono le sole emorroidi esterne che possono congestionarsi e aumentare molto di volume con la defecazione o trombizzare (occludersi a causa di un grumo si sangue chiamato trombo).

In questo caso possono lasciare delle pelli esuberanti denominate “marische” che talvolta devono essere rimosse. Il prolasso emorroidario può associarsi ad un “prolasso interno del retto” che, in tal caso, viene considerato come la causa della secondaria discesa del tessuto emorroidario attraverso il canale anale.

Trattamento chirurgico per malattia emorroidaria

Come si esegue

Il trattamento chirurgico per l’emorroidi potrà essere eseguito “su misura” con modalità diverse a seconda della situazione clinica per cui su ogni emorroide può essere eseguito uno dei seguenti interventi:

Emorroidopessi con sutura, prevede la plicatura della mucosa a monte dell’emorroide, eventualmente preceduta dalla asportazione di una piccola porzione di mucosa in eccesso, al fine di stimolare la formazione di una cicatrice necessaria per mantenere le emorroidi nella loro sede originaria. Le emorroidi non vengono asportate ma riposizionate nel canale anale.
Asportazione della componente esterna patologica, ovvero la rimozione della cute esuberante intorno all’ano e della emorroide esterna sottostante;
Emorroidectomia: prevede l’asportazione del gavacciolo emorroidario (dilatazione dei vasi sanguigni emorroidari). La ferita chirurgica residua può essere lasciata aperta e fatta guarire per seconda intenzione (cioè con la produzione naturale di nuovo tessuto) o può essere chiusa o semichiusa con dei punti di sutura. L’intervento può prevedere anche l’utilizzo di una sola delle suddette tecniche.

Qualora si ritenga che il prolasso emorroidario sia secondario ad un prolasso rettale interno, la tecnica da adottare è
Prolassectomia con singola o doppia stapler, ambedue gli interventi vengono eseguiti utilizzando una suturatrice circolare (stapler) che consente la resezione (il taglio) per via transanale di una parte di retto a tutto spessore. In tal modo si ottiene la correzione del prolasso rettale e la conservazione del plesso emorroidario, che non viene asportato ma riposizionato nel canale anale.
Anche a questo intervento possono essere associate Emorroidopessi, Asportazione della componente esterna patologica o emorroidectomia.

Nel caso in cui si constatassero delle difficoltà ad eseguire l’intervento chirurgico proposto verranno poste in atto tutte le pratiche ritenute idonee per portare a termine l’intervento nella migliore sicurezza anche modificando, ove necessario, il programma terapeutico prospettato.

Rischi e possibili complicanze

Come per tutta la chirurgia, anche questi interventi non sono esenti da rischi: non è possibile quindi garantire l’assenza di complicanze, soprattutto in caso di presenza di malattie sistemiche (soprattutto metaboliche) o specifiche di organo che possono compromettere le capacità di riparazione e cicatrizzazione dei tessuti).
In linea generale si possono verificare:

Complicanze post-operatorie a breve termine:

Sanguinamento postoperatorio precoce (entro le 12/24 ore dall’intervento) che in alcuni casi potrebbe richiedere una revisione chirurgica;

Ritenzione urinaria;

Dolore post operatorio, controllabile con adeguata terapia antalgica.

Complicanze intermedie:

Sanguinamento post-operatorio tardivo(anche dopo 15 giorni);

Ematomi nella sede dell’intervento e Ematomi pararettali (vicino al retto), che possono andare incontro a infezione ed ascessualizzazione e potrebbero richiedere una revisione (reintervento) chirurgica e il confezionamento di una stomia solitamente temporanea;

Trombosi emorroidaria;

Formazione di fecalomi (ammasso di feci dure)

Suppurazione (processo infiammatorio con pus) della ferita chirurgica con possibilità di comparsa di ascessi, infezioni locali e generali (sepsi), fistole (comunicazione patologica) locali;

Difficoltà a trattenere gas o feci liquide (che scompare in genere dopo 3, 4 settimane).

In alcuni casi potrebbe essere necessaria una revisione chirurgica maggiore ed il confezionamento di una stomia ( deviazione intestinale con apertura sulla parete addominale) temporanea finalizzata ad escludere il passaggio delle feci dalla zona operata: tale evenienza, seppur rara, risulta essere riportata nella letteratura internazionale quale possibile opzione terapeutica.

Complicanze tardive:

Possibili problemi di continenza anche in soggetti senza precedenti alterazioni (questi eventi sono rari );
Stenosi (restringimento) di vario grado del canale anale o del retto;
Permanenza di agraphes metalliche (suture metalliche) all’interno del canale anale o del retto non ricoperte da normale cicatrizzazione.
Dolore anale o pelvico (basso ventre) cronico;
Recidiva (ricomparsa) del prolasso emorroidario o rettale.

Complicanze rare:

Perforazione del retto
Fistola (comunicazione) retto-vaginale
Sepsi (infezione) pelvica</p>

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Risultati attesi

L’obiettivo della Chirurgia della Patologia Emorroidaria risulta la risoluzione dei sintomi lamentati dal paziente e quindi il miglioramento della Sua qualità della vita.
La risoluzione dei sintomi si accompagna ad un atto che vede la modificazione del quadro anatomico alla base delle problematiche riferite. Talvolta però alla correzione anatomica, seppur eseguita in maniera ineccepibile, può non corrispondere un eguale risoluzione completa dei sintomi riferiti: ciò dipende dal fatto che spesso la patologia emorroidaria può avere cause multiple.

Indicazioni post procedura chirurgica

Le verranno fornite apposite indicazioni scritte postoperatorie.
I tempi di ripresa, così come la convalescenza, dipendono dalla procedura eseguita e dal singolo paziente. Si raccomanda di astenersi da l’attività sportiva, dal sollevamento di pesi importanti e dall’attività sessuale fino a completa guarigione delle ferite.

Alternative possibili:

La letteratura propone numerose tecniche finalizzate al trattamento della patologia emorroidaria: dalle tecniche laser, alla crioterapia, alle legature emorroidarie, etc. Ogni possibile alternativa alle sopra elencate procedure rientra nel bagaglio culturale del Chirurgo Proctologo ma, non Le sono state proposte data la scarsa efficacia per il Suo caso specifico. Eventuali alternative terapeutiche che dovessero essere considerate “migliori” in particolari e rari casi selezionati, vengono discusse singolarmente con ciascuno dei pazienti.