Ghiandole Surrenali
Trattamento chirurgico delle Ghiandole Surrenali
Cosa sono le Ghiandole Surrenali
I surreni (o ghiandole surrenali) sono due ghiandole endocrine situate ognuna sull’estremità superiore di ciascun rene. Sono formate da due porzioni con diversa origine, struttura e funzioni. La porzione corticale, esterna, produce particolari ormoni detti steroidi:
L’aldosterone e altri ormoni mineralcorticoidi per la regolazione dei livelli di acqua e sali all’interno dell’organismo;
Il cortisolo ed altri glicocorticoidi con numerose attività sul metabolismo ed in particolare su quello degli zuccheri;
Gli ormoni sessuali, prevalentemente del tipo androgeno, ma anche progesterone ed estrogeni, essenziali per lo sviluppo dei caratteri sessuali.
La porzione midollare delle ghiandole surrenali, interna, produce due ormoni (adrenalina e noradreanalina) essenziali nelle risposte acute agli eventi stressanti e improvvisi.
In base al tessuto dalla quale origina la Sua patologia, possono associarsi alterazioni del metabolismo, della pressione arteriosa e altri sintomi legati alla produzione anomala di alcuni degli ormoni sopra citati.
Trattamento chirurgico delle Ghiandole Surrenali
Indicazioni/Benefici del trattamento chirurgico delle Ghiandole Surrenali
Lo scopo dell’intervento alle Ghiandole Surrenali è quello di eseguire l’asportazione della lesione assieme all’intera ghiandola, da un lato o entrambi. Il tessuto asportato sarà successivamente inviato per l’esecuzione dell’esame istologico definitivo che contribuirà a definire l’esatta tipologia e l’estensione della malattia e gli eventuali trattamenti e controlli successivi. I casi clinici saranno analizzati in prima istanza dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare di riferimento (GOM) onde decidere la strategia terapeutica più idonea.
Come si esegue
L’intervento alle Ghiandole Surrenali è eseguito in anestesia generale per via: laparotomica, cioè attraverso un’incisione addominale, o lombotomica, cioè attraverso un’incisione lombare
mini-invasiva laparoscopica, tecnica che prevede multipli piccoli accessi attraverso cui vengono inseriti la telecamera e gli strumenti operatori. È comunque prevista, anche in questo caso, una piccola incisione addominale per l’estrazione del tessuto asportato.
L’intervento alle Ghiandole Surrenali, con qualsiasi tecnica eseguito, consiste nell’isolamento della ghiandola surrenale rispetto agli organi adiacenti (fegato, colon, duodeno e rene a destra; colon, pancreas, milza e rene a sinistra) e nella sua asportazione avendo prima isolato e sezionato la vascolarizzazione (arterie e vene) di pertinenza.
Nel Suo caso specifico, in base agli accertamenti preoperatori, l’intervento previsto consisterà in una:
SURRENECTOMIA SINISTRA
SURRENECTOMIA DESTRA
SURRENECTOMIA BILATERALE
In corso di intervento alle ghiandole surrenali, in caso di malattia tumorale estesa ad altri organi vicini (rene, pancreas, milza, ecc.), potrebbe essere necessario provvedere all’asportazione parziale o completa di questi per ottenere la massima radicalità oncologica.
La tecnica laparoscopica in particolare potrebbe essere modificata di necessità, passando alla via laparotomica tradizionale nel caso in cui si dovessero rilevare situazioni tali da non consentire la prosecuzione dell’intervento in sicurezza, quali, ad esempio, anomalie anatomiche, altre patologie misconosciute o impedimenti di carattere tecnico.
A fine intervento, a giudizio del chirurgo ed in base al tipo di intervento eseguito, potrebbero essere posizionati uno o più drenaggi (tubicini di gomma), necessari per aspirare i liquidi che si possono formare in sede di intervento. Questi sono rimossi di norma prima della dimissione. Potrebbe essere necessario l’utilizzo di un sondino naso-gastrico (tubicino atto a drenare le secrezioni gastriche inserito dalle fosse nasali) e di un catetere vescicale per monitorizzare la diuresi: entrambi saranno rimossi durante la degenza post-operatoria quando le condizioni cliniche lo consentiranno. Saranno effettuati durante la degenza controlli degli esami del sangue ed eventuali altri accertamenti clinici o strumentali qualora richiesto dalle condizioni cliniche post-operatorie. La degenza post-operatoria è generalmente fino a 3-5 giorni se la procedura non è gravata da complicanze.
Rischi e possibili complicanze
I soggetti maggiormente a rischio per l’insorgenza di complicanze sono i pazienti obesi, fumatori, ipertesi, diabetici, cardiopatici, vasculopatici o immunodepressi e il rischio individuale varia in base al grado di funzionalità degli organi vitali, quali il cuore, i reni e polmoni. Ne consegue che la compromissione di uno o più di questi organi aumenta il rischio di complicanze post-operatorie e quindi della mortalità. La chirurgia del surrene, benché eseguita con tecnica rigorosa, non può considerarsi esente da rischi in quanto, le strutture interessate possono andare incontro a sofferenza temporanea e definitiva anche per una serie di cause che prescindono dal corretto trattamento chirurgico.
Pertanto, nonostante l’intervento sia eseguito nel pieno rispetto e conoscenza delle strategie e tecniche chirurgiche più attuali e nell’osservanza delle attuali linee guida, possono comunque verificarsi molteplici complicanze distinguibili in precoci (intra-operatorie/postoperatorie immediate) e tardive.
Complicanze intra-operatorie e post-immediate specifiche
Nel caso in cui l’intervento sia condotto per via laparoscopica si possono verificare complicanze legate a questi particolari tipi di tecnica quali:
lesioni di grossi vasi, al momento della introduzione delle sonde;
enfisema sottocutaneo o mediastinico, diffusione del gas nel tessuto sottocutaneo o in torace;
embolia polmonare gassosa, causata dall’ingresso di gas nei grossi vasi, o ipercapnia che consiste nell’eccessivo assorbimento di anidride carbonica nel sangue.
Complicanze intra-operatorie e immediate
Emorragie ed ematomi post-operatori, nonché lesioni dei grossi vasi addominali (più spesso vena cava inferiore a destra,arteria e vena renale bilateralmente),che potrebbero comportare anche la necessità di un reintervento a scopo emostatico, oppure di emotrasfusioni, con il relativo rischio infettivologico;
Crisi ipertensive da manipolazione del tessuto surrenalico in presenza di feocromocitoma (tumore della porzione midollare), con eventuale scompenso cardiaco acuto, ictus, insufficienza renale acuta;
Lesioni del fegato, soprattutto in caso di surrenectomiadestra;
Lesioni della milza e dell’arteria splenica: soprattutto in caso di surrenectomia sinistra, con conseguente eventualità di dover praticare una splenectomia (asportazione della milza). Tale intervento può comportare nel post-operatorio un incremento delle piastrinemia, con rischio di trombosi, e nei soggetti giovani, disturbi dell’immunità e tendenza alle infezioni (con indicazione a profilassi vaccinali);
Apertura accidentale della pleura (foglietto che racchiude i polmoni nella cavità omonima), soprattutto in caso di accesso laterale. Tale evento potrebbe richiedere, oltre alla sutura della lesione, il posizionamento di un drenaggio temporaneo (tubicino di gomma) nella cavità pleurica per migliorare la respirazione;
Lesioni pancreatiche con conseguente pancreatite acuta (processo infiammatorio del pancreas) che possono generare lesioni di organi addominali o del retroperitoneo (regione anatomica situata posteriormente al cavo addominale), soprattutto in caso di surrenectomia sinistra;
Fistola pancreatica: fuoriuscita di liquido pancreatico dal pancreas. In base a dimensioni ed entità della fistola può essere necessario il mantenimento o il posizionamento di drenaggi o un nuovo intervento per drenare chirurgicamente la fistola;
Perforazioni intestinali (presenza di un foro che interrompa la continuità intestinale) con fuoriuscita di liquido enterico dal lume intestinale nel cavo addominale, con conseguente insorgenza di peritoniti localizzate o diffuse. In questo caso potrebbe essere necessario un nuovo intervento chirurgico e creare una deviazione intestinale temporanea o permanente (stomia);
Raccolte endoaddominali (linfatiche e/o purulente) che potrebbero richiedere un trattamento conservativo con adeguamento della terapia antibiotica e/o un drenaggio addominale (inserimento di un tubicino) che permetta l’evacuazione del contenuto e/o un nuovo intervento chirurgico che permetta di bonificare la zona.
Complicanze tardive
Cicatrizzazione esuberante della cute, evento generalmente legato più ad una caratteristica congenita del paziente che alla tecnica chirurgica;
infezione delle ferite chirurgiche, benché estremamente rara e ben controllata dalla terapia antibiotica, può richiedere una riapertura di una o più ferite chirurgiche;
Disturbi dell’equilibrio idro-elettrolitico anche gravi, fino al coma;
Laparoceli: sono ernie addominali tardive che si possono formare in corrispondenza delle cicatrici chirurgiche e che possono necessitare di un intervento ricostruttivo della parete.
Decorso post operatorio
Nei giorni successivi all’intervento alle ghiandole surrenali ci potrà essere gonfiore e dolore addominale di intensità variabile. Una volta dimessa/o Lei dovrà osservare un periodo di riposo di alcuni giorni seguendo attentamente le indicazioni che Le saranno fornite al momento della dimissione. Eventuali farmaci potranno essere prescritti dal medico alla dimissione. Le modalità di ritiro dell’esame istologico Le saranno comunicate alla dimissione. I casi clinici verranno presi in carico dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare di riferimento (GOM) per il successivo percorso diagnostico-terapeutico. A seguito dell’esame istologico definitivo e della discussione collegiale del caso clinico potrebbe essere necessaria una chemioterapia.
Cosa fare dopo la dimissione
Farmaci contro il dolore ed eventuali antibiotici potranno essere prescritti dal medico alla dimissione. Potrebbe essere necessario l’utilizzo di una pancera contenitiva sia nel post-operatorio che nei mesi successivi. È previsto un controllo clinico a distanza di 5-10 giorni dalla dimissione per eventuale rimozione delle suture cutanee (punti).