Tumore al Colon
Trattamento chirurgico del Tumore al Colon
Cos’è il Tumore al Colon
Il colon è il tratto terminale dell’apparato digerente. ll colon non assolve un ruolo fondamentale nell’assorbimento dei nutrienti, ma contribuisce all’assorbimento di acqua, sali minerali e alcune vitamine essenziali, a partire dalle sostanze di scarto, prima che queste siano eliminate dall’organismo.
Indicazioni al trattamento
Lo scopo dell’intervento è quello di eseguire l’asportazione del tumore al colon e dei linfonodi associati al segmento di colon sede della malattia, e contemporaneamente di ripristinare la continuità intestinale mediante una anastomosi (collegamento tra due parti dell’intestino). Il tessuto asportato sarà successivamente inviato per l’esecuzione dell’esame istologico definitivo che contribuirà a definire l’estensione della malattia. I casi clinici maggiormente complessi saranno analizzati in prima istanza dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare di riferimento (GOM) onde decidere la strategia terapeutica più idonea.
L’intervento potrebbe necessitare del confezionamento di una deviazione intestinale esterna (stomia) in base a quanto programmato nella strategia chirurgica preoperatoria e/o in caso di complicanze durante o dopo l’intervento di tumore al Colon. Quest’ultima potrebbe essere:
–Temporanea allo scopo di proteggere l’anastomosi, deviando in un sacchetto all’esterno il passaggio del contenuto intestinale (feci). Per ripristinare il transito intestinale fisiologico sarà necessario un nuovo intervento chirurgico;
–Definitiva (permanente), che non prevede la successiva ricostruzione del fisiologico transito intestinale.
Trattamento chirurgico del Tumore allo Stomaco
Preparazione all’intervento
In accordo con le linee guida internazionali potrebbe essere necessario procedere ad una preparazione intestinale attraverso utilizzo di purganti 24-48 h prima dell’intervento. Potrebbe essere necessario l’utilizzo di un sondino naso-gastrico (tubicino atto a drenare le secrezioni gastriche) e di un catetere vescicale per monitorizzare la diuresi: entrambi saranno rimossi durante la degenza postoperatoria o quando le condizioni cliniche lo consentiranno.
Come si esegue
L’intervento sarà eseguito in anestesia generale per via:
LAPAROTOMICA (attraverso una incisione addominale)
LAPAROSCOPICA VIDEO- ASSISTITA (che prevede multipli piccoli accessi attraverso cui vengono inseriti la telecamera e gli strumenti operatori)
Sia che venga eseguito un approccio tradizionale che un approccio laparoscopico, l’intervento consiste nell’isolamento del segmento di colon sede del tumore e nella sezione di quest’ultimo rispettando i limiti di sicurezza oncologica (margini di resezione liberi da malattia) previo isolamento e sezione della vascolarizzazione (arterie e vene) afferente. Trattandosi di un tumore sarà necessario asportare nel contempo i linfonodi di pertinenza. In base a quanto detto l’intervento consisterà in una
EMICOLECTOMIA DESTRA
EMICOLECTOMIA SINISTRA
RESEZIONE DEL RETTO-SIGMA
RESEZIONE COLICA SEGMENTARIA
Condizioni patologiche riscontrate o insorte durante l’intervento possono condurre a variazioni del programma operatorio proposto a giudizio clinico. Infatti, in rapporto alla valutazione intraoperatoria, potrebbe rendersi necessario modificare l’intervento chirurgico associando eventualmente resezioni di altri organi (come per esempio fegato, milza, vescica, ureteri, intestino tenue) in caso gli stessi siano interessati dalla diffusione tumorale o da altra concomitante patologia. Resezioni più ampie potrebbero prevedere interventi ricostruttivi più complessi. La tecnica laparoscopica in particolare potrebbe essere modificata di necessità, passando alla via laparotomica tradizionale, se si dovessero rilevare situazioni tali da non consentire la prosecuzione dell’intervento in sicurezza: anomalie anatomiche, altre patologie misconosciute o impedimenti di carattere tecnico.
A fine intervento, a giudizio del Chirurgo ed in base al tipo di intervento eseguito, potrebbero essere posizionati uno o più drenaggi (tubicini di gomma), necessari per aspirare i liquidi che si possono formare in sede di intervento. Questi vengono rimossi di norma prima della dimissione. La degenza post-operatoria è generalmente fino a 7-10 giorni se la procedura non è gravata da complicanze.
Decorso post operatorio
Nei giorni successivi all’intervento ci potrà essere gonfiore e dolore addominale di intensità variabile. Saranno effettuati durante la degenza controlli degli esami del sangue ed eventuali altri accertamenti clinici o strumentali qualora richiesto dalle condizioni cliniche postoperatorie.
Una volta dimesso/a dovrà essere osservato un periodo di riposo di alcuni giorni seguendo attentamente le indicazioni che le verranno fornite al momento della dimissione.
Eventuali farmaci potranno essere prescritti dal medico alla dimissione. Le modalità di ritiro dell’esame istologico Le saranno comunicate alla dimissione. I casi clinici verranno presi in carico dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare di riferimento (GOM) per il successivo percorso diagnostico-terapeutico. A seguito dell’esame istologico definitivo e della discussione collegiale del caso clinico potrebbe essere necessaria una chemioterapia e/o una radioterapia.
Rischi e possibili complicanze
I soggetti maggiormente a rischio per l’insorgenza di complicanze sono i pazienti obesi, fumatori, ipertesi, diabetici, cardiopatici, vasculopatici o immunodepressi e il rischio individuale varia in base al grado di funzionalità degli organi vitali, quali il cuore, i reni e polmoni. Ne consegue che la compromissione di uno o più di questi organi aumenta il rischio di complicanze post-operatorie e quindi della mortalità.
La chirurgia del colon, benché eseguita con tecnica rigorosa, non può considerarsi esente da rischi in quanto, le strutture interessate possono andare incontro a sofferenza temporanea e definitiva anche per una serie di cause che prescindono dal corretto trattamento chirurgico.
Pertanto nonostante l’intervento sia eseguito nel pieno rispetto e conoscenza delle strategie e tecniche chirurgiche più attuali e nell’osservanza delle attuali linee guida, possono comunque verificarsi molteplici complicanze distinguibili in precoci (intra-operatorie/post-operatorie immediate) e tardive.
Complicanze intra-operatorie e post-operatorie specifiche
Nel caso in cui l’intervento venga condotto per via laparoscopica si possono verificare complicanze legate a questi particolari tipi di tecnica quali:
–Lesioni di grossi vasi, al momento della introduzione delle sonde
–Diffusione del gas nel tessuto sottocutaneo o in torace (enfisema sottocutaneo o mediastinico) Embolia polmonare gassosa, causata dall’ingresso di gas nei grossi vasi, o Ipercapnia, che consiste nell’ eccessivo assorbimento di anidirde carbonica nel sangue
Complicanze intra-operatorie e post-operatorie immediate
Emorragie e/o ematomi, che possono richiedere un re-intervento chirurgico a scopo emostatico, o eventuali emotrasfusioni, con il relativo rischio infettivologico. In particolare, in caso di emicolectomia sinistra (asportazione della meta` sinistra del colon) si puo` verificare una lesione della milza, che puo` richiedere l’asportazione della stessa (splenectomia); tale intervento potrebbe comportare, nel postoperatorio, un incremento delle piastrine, con rischio di trombosi e, nei soggetti giovani, disturbi dell’immunità` ed infezioni per le quali è previsto un protocollo di vaccinazione.
Deiscenza della sutura anastomotica: consiste nella incompleta guarigione della sutura chirurgica eseguita sull’intestino, con conseguente fuoriuscita di liquido enterico dal lume intestinale nell’addome e successiva insorgenza di peritoniti localizzate o diffuse. In questo caso potrebbe essere necessario un nuovo intervento chirurgico in urgenza con la possibilità di dover creare una deviazione intestinale esterna temporanea o permanente (stomia).
Sanguinamento della sutura anastomotica che potrebbe necessitare di emotrasfusioni ed eventuali procedure endoscopiche (colonscopia) atte ad arrestare la perdita ematica attraverso l’uso di materiali e mezzi specifici. In alcuni casi potrebbe richiedere un nuovo intervento chirurgico.
Infezioni a carico della ferita precoci e/o tardive che potrebbero richiedere, sia pur raramente, la revisione chirurgica e comportare peggioramento estetico delle cicatrici.
Pancreatiti (processi infiammatori del pancreas) che possono generare lesioni di organi addominali o del retroperitoneo (regione anatomica situata posteriormente al cavo addominale).
Occlusioni intestinali legate a torsioni di ansa o ad aderenze o ad atonia dell’intestino stesso. In alcuni casi potrebbe essere necessario ricorrere ad un nuovo intervento chirurgico.
Lesioni ureterali (strutture che collegano i reni alla vescica trasportando urina) con conseguente fuoriuscita di urina nel cavo addominale o nel retroperitoneo e possibile insorgenza di peritoniti localizzate o diffuse. In questo caso potrebbe essere necessario reintervenire endoscopicamente o chirurgicamente (attraverso la vescica) posizionando uno stent (tubicino), che andrà successivamente rimosso.
Lesioni vescicali con conseguente fuoriuscita di urina nel cavo addominale ed insorgenza di peritoniti localizzate o diffuse. In questo caso potrebbe essere necessario reintervenire chirurgicamente o endoscopicamente (attraverso la vescica) o prolungare la permanenza del catetere vescicale per il tempo necessario a permettere la guarigione della lesione.
Perforazioni intestinali (presenza di un foro che interrompa la continuità intestinale) con conseguente fuoriuscita di liquido enterico dal lume intestinale nel cavo addominale e possibile insorgenza di peritoniti localizzate o diffuse. In questo caso potrebbe essere necessario un nuovo intervento chirurgico e creare una deviazione intestinale temporanea o permanente (stomia).
Lesioni neurologiche periferiche: rare e legate a compressioni inavvertitamente causate dai bendaggi in sala operatoria; generalmente consentono una buona ripresa della funzione.
Raccolte endoaddominali (linfatiche e/o purulente) che potrebbero richiedere un trattamento conservativo con adeguamento della terapia antibiotica e/o un drenaggio addominale (inserimento di un tubicino) che permetta l’evacuazione del contenuto e/o un nuovo intervento chirurgico che permetta di bonificare la zona.
Complicanze tardive
Disturbi urologici o della sfera sessuale a causa dell’interruzione di sottili strutture nervose, non sempre facilmente identificabili. In casi di ritenzione urinaria e` necessario il posizionamento del catetere vescicale.
Laparoceli: sono ernie addominali tardive che si possono formare in corrispondenza delle cicatrici chirurgiche e che possono necessitare di un intervento ricostruttivo della parete.
Stenosi dell’anastomosi (restringimenti cicatriziali a livello della sutura intestinale) che difficilmente richiede un nuovo intervento chirurgico ma spesso necessita di procedure endoscopiche (colonscopia) atte ad dilatare il lume del colon mediante l’uso di materiali e mezzi specifici.
Stipsi o diarrea, temporanee o permanenti. La diarrea e` più` frequente e più` difficile da controllare dopo interventi di colectomia (ovvero di asportazione del colon) subtotale o totale.
Complicanze generiche
A carico di cuore, polmoni, reni, fegato, cervello, ecc possono verificarsi soprattutto in soggetti particolarmente anziani e/o con importanti malattie d’organo (coronaropatie, insufficienza renale o epatica o respiratoria) o sistemiche (diabete, dismetabolismi, defedamento), cosi` come in corso o dopo qualunque manovra anestesiologica, chirurgica, farmacologica.
Stomie
Anche le stomie possono essere gravate da complicanze quali il distacco della stessa dalla parete addominale, l’erniazione, l’infezione del tessuto sottocutaneo circostante, a causa dell’azione irritante del liquido intestinale sulla pelle o la stenosi dell’orifizio. Tutti questi eventi possono avvenire in forma lieve e non essere motivo di preoccupazione, ma possono anche richiedere, a loro volta, un trattamento chirurgico per la loro correzione. Per le adeguate informazioni si rimanda ad informativa e consenso per le stomie.
Informazioni importanti
Nel caso in cui Lei fosse d’accordo a sottoporsi all’intervento chirurgico proposto, sarà programmato il ricovero dopo l’inserimento in una lista d’attesa chirurgica che prevede un codice di priorità in base all’urgenza clinica del Suo caso specifico.
Successivamente sarà contattata/o dall’ufficio ricoveri dell’ospedale di riferimento per la data di pre-ospedalizzazione.
Decorso post-operatorio
Nei giorni successivi all’intervento ci potrà essere gonfiore e dolore addominale di intensità variabile. Saranno effettuati durante la degenza controlli degli esami del sangue ed eventuali altri accertamenti clinici o strumentali qualora richiesto dalle condizioni cliniche postoperatorie.
Una volta dimesso/a dovrà essere osservato un periodo di riposo di alcuni giorni seguendo attentamente le indicazioni che le verranno fornite al momento della dimissione.
Eventuali farmaci potranno essere prescritti dal medico alla dimissione. Le modalità di ritiro dell’esame istologico Le saranno comunicate alla dimissione. I casi clinici verranno presi in carico dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare di riferimento (GOM) per il successivo percorso diagnostico-terapeutico. A seguito dell’esame istologico definitivo e della discussione collegiale del caso clinico potrebbe essere necessaria una chemioterapia e/o una radioterapia.
Dopo la dimissione
Nei giorni successivi alla dimissione dovrà in generale attenersi alla dieta indicata. Nei primi giorni dopo l’intervento chirurgico lei potrà apprezzare generiche alterazioni dell’alvo (frequenza delle evacuazioni, meteorismo ecc) o minime perdite di sangue dall’ano che, in caso di persistenza, potrebbero richiedere una rivalutazione clinica. Potrebbe essere necessario l’utilizzo di una pancera contenitiva nel postoperatorio e nei mesi successivi.
È previsto un controllo clinico a distanza di 5-10 giorni dalla dimissione per eventuale rimozione delle suture cutanee (punti).